Il 4 dicembre Massimo Cacciari terrà una conferenza su "Giustizia e democrazia", all'Area Exp

Pubblicata il 30/11/2015

Venerdì 4 dicembre, alle 21, nella sala convegni dell'Area Exp, il filosofo Massimo Cacciari terrà una conferenza sul tema “Giustizia e Democrazia”. Il costo della serata, organizzata dall'associazione Teatro Aperto di Asparetto, con il patrocinio del Comune, è di 10 euro.

Nelle sue prime opere (Krisis, 1976, Pensiero negativo e razionalizzazione, 1977) Massimo Cacciari sviluppa la sua riflessione che, prendendo spunto da Friedrich Nietzsche, Ludwig Wittgenstein e Martin Heidegger, conferma «… la fine della razionalità classica e dialettica e l’emergere pieno, costruttivo, rifondativo e non distruttivo […] del “pensiero negativo”.»

Dall’analisi della cultura viennese e mitteleuropea, che si forma sullo sfondo dei grandi mutamenti del sistema capitalistico tra l’800 e il ‘900, Cacciari identifica una società reazionaria incapace di aprirsi alla modernità e improntata al nihilismo, punto d’arrivo del fallimento del pensiero dialettico della scuola hegeliano-marxista. In quest’ambito si origina! il pensiero negativo (Negatives Denken) che ad iniziare da Schopenhauer sembra collegarsi all’irrazionalismo ma che in realtà è la conseguenza ultima della tradizione metafisica occidentale che pretendeva di superare ogni contraddizione e la negatività dell’esistenza stessa tramite quella libera volontà, coerentemente negata da Nietzsche e ancora presente invece nell’ascesi schopenhaueriana, come strumento per la liberazione dal dolore di vivere.

La crisi della metafisica occidentale è anche dimostrata dalla fiducia nella tecnica, presuntuosa esaltazione di quella ragione che invece rivela il sostanziale fallimento dei valori ultimi che dovrebbero guidare il progresso
umano: « …la tecnica realizza la direzione implicita della metafisica moderna – ma nel realizzarla ne critica e liquida anche l’idea centrale [il fondamento originario]» che era la certezza dei valori. Da qui un’epoca caratterizzata dal nulla dei valori e dalla fine della filosofia ormai rivol! ta «tutta al passato, a prima della ratio»

Con l’avve! nto del pensiero negativo finalmente ci si libera «da un ideale totalitario del sapere, per cui non si dipende più da un ordine naturale, fisso ed immutabile, di cui la ragione scopre le leggi, ma si interviene creativamente, dando ordine alle cose, in una molteplicità di saperi;»

Nelle sue ultime opere Cacciari intreccia la riflessione filosofica con quella teologica quasi risalendo ad una tradizione interpretativa platonica. Se ormai la filosofia si è specializzata e frantumata in una serie di campi specifici che cosa vorrà dire “pensare” al suo stesso inizio? Cacciari cerca la risposta in quella tradizione filosofico-teologica che pone il principio, l'”inizio” nella nozione di “Deus-Esse”.


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